Considerata da tutti la regina della performance, Marina Abramovic, artista serba, naturalizzata statunitense
Considerata da tutti la regina della performance, Marina Abramovic, artista serba, naturalizzata statunitense, da sempre nelle sue creazioni artistiche ama pungolare il pubblico con stimoli espliciti, spesso inerenti all'erotismo.
I visitatori che si recavano a vedere la sua retrospettiva al MoMA di New York nel 2018 erano messi in guardia dal possibile "effetto disturbativo" che le performance avrebbero potuto avere su alcune persone. Ed, in effetti, di disturbi se ne sono verificati.
Nel corso della mostra, Will Rawls, ballerino di danza contemporanea, era impegnato in una performance di Marina Abramovic: nudo, in piedi, davanti all'entrata di una galleria, di fronte ad una donna anche lei nuda, mentre i visitatori passavano attraverso lo stretto spazio in mezzo a loro. Si trattava di “Imponderabilia,” una delle performance più note dell'artista, sin dagli anni 1970.
Un visitatore ha toccato Will, esclamando "Sei in forma, ragazzo!". Il ballerino ha richiamato l'attenzione dell'addetto alla sicurezza, rimanendo nella stessa posizione e continuando la performance.
L'uomo che lo aveva toccato è stato fatto allontanare e non ha più potuto accedere al museo. Questo perchè “qualsiasi visitatore che tocchi o disturbi impropriamente” un artista sarà fatto allontanare.
Ci sono stati molti altri casi simili per tutta la durata di questa retrospettiva. L'opera di Marina Abramovic, che spesso coinvolge performer nudi, cui è richiesto di stare in piedi o seduti anche per molto tempo, ha colpito gli spettatori, oltre ai performer stessi, che vi hanno preso parte in generale con passione, al di là delle numerose incognite.
Anche l'anno scorso, a Firenze la mostra "The Cleaner" ha attratto un vasto pubblico che ha potuto osservare la nota performance degli artisti nudi in piedi. Tanto il successo ottenuto che quest'anno Abramovic tornerà nuovamente in Italia, questa volta a Milano, presso la Pinacoteca Ambrosiana, con la sua ultima mostra intitolata "Omaggio a Santa Teresa".
La maggior parte degli artisti di queste performance hanno dichiarato che, comunque, i responsabili del museo sono stati molto attenti nel tutelarli.
I curatori hanno osservato che sono successi pochi episodi durante una mostra di quel tipo e tanto frequentata. “I responsabili del MoMa erano coscienti delle sfide date dal fatto di fare vedere modelli nudi,” e “ci sono stati confronti tra gli addetti alla vigilanza del MoMA, Marina Abramovic ed i performer, per fare in modo che gli artisti non fossero mai a disagio.”
A parte le difficoltà fisiche ed emotive di questi eventi — oltre alla fatica — tutti i performer intervistati hanno sostenuto che si sentivano motivati dai loro turni quotidiani, alcuni dei quali duravano solamente un'ora e un quarto, per i numerosi casi di svenimento.
Si sono verificati anche vari momenti di gratificazione, quelli in cui alcuni visitatori sfioravano ingenuamente la pelle nuda, quelli che bisbigliavano “Grazie”, oppure addirittura alcuni improvvisavano mini balletti che di solito facevano ridere e cedere gli imperturbabili modelli.
Tali performer hanno definito l'esperienza con Marina Abramovic come un'opportunità che li ha resi più indifesi e più resistenti al tempo stesso.
Ecco cosa hanno replicato alla domanda sulla differenza tra il palcoscenico ed il museo: “Al museo hai un riscontro immediato, in quanto causi una reazione precisa nel pubblico, diversa da quella che otterresti durante uno spettacolo in teatro. Il che si avvicina maggiormente alla natura umana.”
Credits: Marina Abramovic Institute, artists.com